Originario del Giappone, il kabura è un’esca ben nota per la pesca verticale dalla barca, successivamente sono stati introdotti anche jig “slide” cioè scorrevoli sempre sullo stesso principio tecnico ma con tecniche di utilizzo leggermente diverse e anche canne con differenti caratteristiche, cercherò qui di fare un po’ di chiarezza .
Questa imitazione di un piccolo cefalopode consiste in una testa di piombo, una gonna molto mobile e un assist a doppio amo sfalsato. Il gonnellino (skirt) ha sottili fili di silicone e due lunghe codine che dovrebbero imitare i tentacoli. Gli assist hook sono ami solitamente montati su un dyneema e pendono liberamente nello skirt .Gli ami offrono il vantaggio di essere facilmente risucchiati durante l’attacco e di limitare le slamate durante il combattimento.
La tecnica di pesca varia leggermente da tipo a tipo :
ho avuto apprezzabili risultati con il kabura classico lasciando la barca libera di scadere sul vento, muovendo la canna con piccole jerkate lungo la linea diagonale del filo, piccoli colpi come quando si agisce su un artificiale a galla per animarlo meglio durante il recupero ; ogni tanto ( circa 40/60 secondi ) è opportuno fare un lungo tiro con la canna verso l’alto , sempre sulla diagonale del filo, seguito da un rapido ritorno del cimino verso il pelo d’acqua , con questa azione si fa scattare in avanti il kabura e poi lo si abbandona per un attimo ; l’effetto sarà di un artificiale che si arresta per qualche secondo prima che lo scarroccio dell’imbarcazione lo rimetta in tiro : con questo cambio di movimento spesso i pesci che lo hanno seguito senza attaccarlo, vedendolo fermo, ci si avventeranno sopra con aggressività…. poi si riprendono i jerk sincopati.
con gli slide invece si otterranno migliori risultati con un lento e costante recupero da unire a lentissimi movimenti della canna disegnando con la punta del cimino una sinusoide che simula un’onda di scaduta di una mareggiata : lenta e mai troppo accentuata in altezza. Bisogna enfatizzare il movimento delle codine che vibrando stimoleranno l’attacco.
Le canne saranno leggermente diverse : per il kabura una canna sotto i 2 metri con cimino sensibile e un pò di schiena per aiutarci nel jerk corto e nervoso che trasmette al jig rapidi scatti in avanti , mentre per il tai rubber le canne saranno leggermente più lunghe ad azione morbida proprio per aiutarci al movimento sopra descritto.
Mulinelli solitamente rotanti , più comodi con guidafilo, di dimensioni piccole o medie a seconda delle profondità che vogliamo battere.
Questa però è la mia esperienza che potrà essere smentita da altri tipi di movimenti che con la vostra pratica avete avuto modo di testare con successo, credo che ci possa aiutare molto cercando di immaginare il movimento del nostro jig o meglio ancora facendo qualche prova a vista durante lo scarroccio per vedere come si comportano le varie forme degli artificiali nel loro nuoto, la tecnica dello slow pitch mi ha insegnato che non esiste uno standard di movimento valido per tutte le forme ma , a seconda delle diverse caratteristiche di nuoto del jig, alcuni movimenti sono decisamente più redditizi di altri.
Queste esche sono già efficaci da sole su molti pesci. Tuttavia andando a pesca con anglers che ritengo competenti , pur essendo prevenuto all’idea, ho potuto verificare personalmente l’efficacia di utilizzarli con vermi posizionati sugli ami dell’assist. I risultati di questa combinazione di jig + esca naturale sono stati davvero spettacolari! È quindi possibile utilizzare tutti i tipi di kabura e tai rubber anche con l’innesco di vermi.
Tuttavia, in commercio moltissimi kabura e tai rubber spesso montati con ami scadenti e con treccia troppo grossa di diametro e soprattutto troppo rigida.
Provando a innescarli si è visto che un nodo troppo grande sull’amo impedisce al verme di essere calzato bene per una migliore presa e anche riuscendoci con esche molto carnose, la treccia troppo grande trattiene pezzi di vermi quando devi sostituirli. Allo stesso modo, gli ami standard sono solitamente troppo grandi o di filo spesso che tende a far scoppiare il verme.
C’è ovviamente la soluzione di innescare i vermi solo per la testa in gruppi di due o tre, anche il grappolo che pende liberamente sotto il kabura è molto attraente. Tuttavia, gli sparidi che mangiano pizzicando con le labbra spesso scippano l’esca e le abboccate perse possono essere molto numerose.
Tuttavia una soluzione per poter innescare tutti i tuoi vermi sugli assist può essere di preparare assist in nylon. Con i kabura scorrevoli (tai rubber) , lo skirt ( o semplicemente le codine che in questo caso sono doppie) e gli ami sono indipendenti dalla testa, è quindi possibile sostituire facilmente gli assist di treccia con uno realizzato interamente in nylon con amo a scelta. Questo montaggio ottimizza notevolmente la presentazione dell’esca ed è estremamente efficace.
Soprattutto quando si pesca in profondità si deve poter percepire il minimo tocco ed è indispensabile l’uso di una treccia fine. Le trecce a 8 fili sono perfette per questo scopo. Alcuni consigliano trecce a 4 fili perché offrono ancora più sensibilità. In tutti i casi prediligere una treccia molto fine (da 0,10 a 0,12 mm e anche da 0,8 mm) in modo che tagli meglio le correnti eviterà così la creazione di una pancia nella tua lenza durante la deriva e ti permetterà anche di pescare più leggeri tenendo l’esca sempre in prossimità del fondo ed evitare che si alzi troppo senza che tu lo sappia.
Utilizzando una treccia multicolore ti permetterà di visualizzare facilmente la profondità alla quale la tua esca colpisce il fondo. Questo identificherà anche lo strato d’acqua in cui hai registrato i risultati.
Il capo sarà realizzato in fluorocarbon da 0,35 a 0,45 mm a seconda della natura del fondale (sabbia-fango, roccia, corralligeno, ecc.) nonché del pesce ricercato. In caso di acque molto limpide e per la pesca a bassi fondali sarà possibile scendere fino a 0,30 mm o anche meno. Meglio utilizzare da 4 a 6 mt di fluorocarbon come leader perché la treccia è visibile dai pesci e una buona lunghezza sarà una garanzia di discrezione contro gli sparidi noti per la loro leggendaria diffidenza.
Il cappio della treccia scorrevole sarà legata direttamente sul leader con un nodo da girella più piccolo possibile per facilitare il passaggio nel tubicino di teflon della testa. Il sistema attraente ospita una doppia coda che simulerà i tentacoli dei cefalopodi oppure un gonnellino di fili di silicone + una singola coda tutti altamente mobili. L’assemblaggio è tenuto in posizione da una su un cursore adeguato per ogni tipo di montaggio.
A seconda del tipo di cursore adottato è possibile anche inserire una perlina dura che fungerà da punto di arresto. Sotto il cursore, si può aggiungere un altro batticolpo ma solo se la parte che contiene lo skirt non è già ammortizzata, questo per impedire al peso della testa di indebolire il nodo di connessione con ripetuti shock.
Per sostituire gli ami dell’assist e per innescare meglio il verme, usa un fluorocarbon a due fili da 10 a 20 cm. Il diametro compreso tra 0,30 e 40 mm utilizzando due fili (uno per amo) questi dovranno essere di lunghezza diversa. Ognuno può ospitare un verme. Il vantaggio di questo montaggio in tandem è anche quello di poter armare efficacemente anche un grande verme se necessario.
In questo modo, infilandolo con un ago per verme, il secondo amo terrà la parte superiore del verme per evitare che si accartocci nella curvatura dell’altro amo. Tuttavia, è possibile utilizzare un unico filo per vermi di piccole e medie dimensioni. Prediligere robusti uncini tondi di acciaio (modello “chinu”) la cui forma ben si adatta alla bocca degli sparidi.
A seconda dello spessore del verme, scegliere un amo numero da 4 a 2/0. Avere molti ami assist in nylon di questo tipo disponibili con amo di diverse dimensioni ti consentirà di adattarti rapidamente alla dimensione dell’esca. Ho provato anche montaggio con ami circle ma non ritengo siano necessari né vantaggiosi.
PERSONALIZZAZIONE DELL’ASSIST
Per questa tecnica, sembrerebbe più efficace l’uso di assist scorrevoli, anche se ci sono giornate in cui la versione fissa classica del kabura riesce ad ottenere migliori risultati diminuendo le ferrate a vuoto.
Con un modello scorrevole, il corpo pesante si sposta sulla lenza durante il combattimento e quindi hai un contatto diretto con il pesce ma può causare pendolamenti del filo causando slamate improvvise, non tutti i giorni sono uguali ripeto sarebbe opportuno cambiare tipo quando si hanno troppe ferrate a vuoto o slamate in trazione.
Questo tipo di esca offre anche il vantaggio di poter sostituire gli assist di treccia con quelli in nylon in funzione della strategia giornaliera.
Non tutte le teste scorrevoli né quelle fisse sono uguali, un profilo specifico fa oscillare su se stesso durante il recupero lineare rendendo il jig ancora più attrattivo, si trova di tutto e a qualsiasi prezzo, le rese sono decisamente diverse, io ho selezionato nel tempo le forme più efficaci e i montaggi di maggior qualità.
I Tai Rubber scorrevoli offrono anche il vantaggio di avere gonne intercambiabili, spesso i potenti denti degli sparidi strappano rapidamente le codine così come i fili flessibili di silicone dello skirt che di conseguenza perde il suo fascino.
Ribadisco un vecchio concetto che alcuni non hanno ancora ben compreso :
il gonnellino con le code deve essere ben bilanciato, l’eccesso è molto dannoso e riduce drasticamente le abboccate, le colorazioni dello skirt sono importanti così come il suo confezionamento, sulla qualità degli ami direi che non occorre puntualizzare.
A differenza dei kabura con assist fisso, sugli “slide” puoi quindi sostituire il gonnellino in modo semplice e veloce e averne più di una con dimensioni di ami diverse e treccia o nylon. È anche possibile cambiarne il colore a piacimento per adattarsi alle condizioni o all’umore del pesce. È una soluzione molto pratica e particolarmente economica perché non è più necessario acquistare l’intero jig quando solo lo skirt è danneggiato.
STRATEGIA DI PESCA
Questo tipo di associazione jig e verme funziona su molte specie: gli sparidi in testa. Permette così di pescare orate, ma anche saraghi o dentici. Si possono toccare anche grosse gallinelle, branzini, merluzzi, capponi, San Pietro ecc.
Il principio è che il jig attira visivamente i pesci grazie alla sua somiglianza con un piccolo polpo, una preda preferita per un gran numero di specie. Il suo gonnellino si gonfia e si sgonfia allo stesso modo di un cefalopode quando si muove. Le sottili vibrazioni dei fili di silicone così come quelle prodotte dalle lunghe codine che imitano i tentacoli si diffondono anche nell’acqua e attirano i pesci a grandi distanze e quando si trovano nelle vicinanze, i vermi posizionati sugli assist vengono quindi presi di mira quando attaccano.
La difficoltà principale sarà evitare di danneggiare il verme troppo rapidamente durante la manipolazione. Pertanto, si raccomanda di non far colpire troppo il jig sui fondali rocciosi, il che può provocare anche agguanti
Per l’uso sul campo, la tecnica migliore rimane l’animazione in stile giapponese, la classica a dente di segna. Il principio in effetti è molto semplice poiché consiste semplicemente nel recuperare il jig linearmente con il mulinello a bassa velocità. L’esca viene riportata in verticale non appena tocca il fondo senza ulteriore manipolazione della canna. Il tempo di contatto con il substrato è quindi limitato, preservando l’esca e limitando il rischio di arrocco.
Il segreto di questa tecnica sta nel fatto che i pesci presi di mira hanno la vescica natatoria, che consente loro di nuotare agevolmente nelle profondità in cui vivono . Considerando che il jig è sollevato verticalmente, i pesci bentonici che lo seguono sono quindi rapidamente costretti ad afferrarlo per evitare la decompressione. È quindi sufficiente alzare l’esca su circa un terzo dell’altezza dell’acqua nella pesca profonda (cioè circa 20 m su più di 50 m di fondale). A profondità relativamente basse (es: da 20 a 40 m), sarà consigliabile alzare l’esca a metà della profondità. Ecco perché una treccia multicolore è così utile.
Durante la salita, la barca continua ad andare in deriva. Rilascia semplicemente il tuo i jig in modo che torni in fondo per esplorare una nuova area. Tuttavia, anche con un peso adattato alle profondità incontrate, la tua lenza finirà per presentare un angolo troppo pronunciato dopo diverse discese. Sarà quindi necessario recuperare completamente l’esca. Puoi quindi rilanciarlo davanti alla tua barca per eseguire nuovamente diversi recuperi successivi guadagnando verticalità.
Scoprirai quanto è divertente questa tecnica perché le abboccate daranno moltissime. Questi sono spesso causati dagli sparidi, che tendono a mangiare con i denti. Con l’utilizzo dei tai rubber consiglio di evitare di ferrare perché questa accelerazione improvvisa può scoraggiare il pesce , mentre pescando a kabura fisso ho notato maggiori risultati dando, durante lo scarroccio, piccoli colpi di canna senza recuperare e ogni tanto un lungo tiro lungo la direzione del filo e un successivo rapido avvicinamento all’acqua per dare un momento di riposo all’esca, successivamente riprenderla sequenza. Importante invece a Tai rubber è continuare il recupero, che serve sia a far decidere il pesce all’attacco sia a farlo autoferrare da solo.
In caso di attacchi multipli mentre si continua a riportare indietro il jig, sarà anche consigliabile interrompere bruscamente il recupero. Lo sparide che segue l’esca morderà così con maggior decisione. In ogni caso è consigliabile colpire solo quando si sente già il peso del pesce.
Dopo aver sentito le abboccate, consiglio di recuperare il tuo jig per controllare lo stato dei vermi. In effetti, la presentazione è importante e un verme impacchettato nella curva dell’amo può causare molti mancati attacchi. Anche se hai ancora una parte di verme, non esitare a rimetterne un’altra per la massima attrattività. L’assist in nylon più corto sarà quindi molto utile per trattenere la parte superiore del verme.
Su substrati sabbioso-fangosi apprezzati da saraghi, naselli e muggini, non esitate a trascinare un po’ il vostro jig per sollevare una piccola nuvola di particelle attraenti prima di alzarlo dal fondo. Dando l’impressione di un pesce scavatore in cerca di cibo, attira a grandi distanze i pesci presenti nelle zone. Questo tipo di animazione può essere interessante anche per pesci piatti e specie che si nutrono direttamente sul fondo. I labridi si cercheranno al limite della Posidonia. Nelle zone più rocciose con dislivelli o rilievi marcati sarà possibile toccare pesci come saraghi, dentici, saraghi, saraghi, capponi, ecc.
I MIGLIORI VERMI DA ABBINARE A QUESTI JIGS
La maggior parte dei vermi sarà efficace abbinata a kabura e tai rubber. Tuttavia, essendo questa esca delicata, si consiglia di scegliere i modelli più robusti. Saranno favoriti anche i vermi di grande diametro per offrire una buona presa e per un facile aggancio dell’ago. Per una migliore presa e una buona presentazione, si noti che sarà infatti consigliabile infilarli interamente sui supporti con un ago per verme.
Ecco una selezione di vermi perfetti da associare a un jig :
TREMOLINA : questo verme spesso e carnoso ha una sezione robusta, è perfetto per l’esca su ami assistiti progettati in nylon spesso. Essendo la testa la parte più solida, ti consigliamo di indossarla in modo che questa parte sia a livello del gancio. Se invece volete un’esca parziale con la coda del verme appesa sotto l’amo (molto attraente!), posizionate la testa all’altezza della lenza. Questa esca è particolarmente apprezzata dagli sparidi. Ottimo anche per la pesca in profondità grazie alla sua fosforescenza naturale. Uno preferiti per l’innesco dei kabura.
COREANO : le sue grandi dimensioni (da 15 a 25 cm – o anche più) potrebbero richiedere assist leggermente più lunghi di quelli che abbiamo raccomandato per un’esca completa. Questi vermi hanno molto muco, meglio utilizzare un panno morbido per una più facile manipolazione quando vuoi innescare con l’ago. Anche immergerli nel pangrattato può aiutare la manipolazione.
Questo lungo verme è sodo e molto vivace. Lasciare che la coda penda sotto i ganci renderà la presentazione più attraente perché questa parte continua a muoversi per molto tempo, il rischio di lasciar penzolare il verme è sempre che pizzicandolo all’estremo lo sfilino dall’amo e restiamo a bocca asciutta.
AMERICANO : questo tipo di verme è grande poiché misura in media tra 15 e 25 cm. Molto sanguinolento, offre il vantaggio di spargere il suo potente succo a grandi distanze. Questo sangue aiuta anche a decidere i mangiatori schizzinosi quando “mangiano”. Questo verme offre un’ottima presa sull’assist e rappresenta un bel morso che selezionerà i bellissimi sparidi. È quindi molto interessante per le grosse orate, saraghi, saraghi, ecc.
Ci sono anche altri tipi di innesco , ad es striscia di calamaro, zampa di polpo o filetto di sardina ecc , siccome queste “farciture” sono abbastanza pesanti sarebbe consigliabile utilizzare un altro tipo di kabura che è gestibile come un classico il tenyabab
il tenyakab consiste di una testa con due tipi di agganci : uno per normali condizioni e un altro per condizioni estreme con forte correnti o scarroccio importante , è costituito da una testa con un amo fisso abbastanza grande e sostituibile quello dell’assist doppio in modo da poter mettere ami di differenti misure e robustezza a seconda delle prede insidiate,
le grammature vanno da un minimo di 60 gr fino a 200 gr consentendo di pescare a qualsiasi profondità