Cercherò di spiegare come poter ottenere la verticale sul jig pescando in condizioni di vento e corrente impegnative, anche avendo  un’imbarcazione in cui l’assetto finale possa essere davvero impegnativo, si può fare con un minimo di pazienza e attenzione.
In precedenza avevo realizzato (più di trenta anni fa) un dispositivo idraulico fornito di elica che avevo installato in centro poppa , quasi come fosse un fuoribordo di rispetto , con cui riuscivo ad annullare l’effetto del vento e inclinando l’elica e correggendone i giri potevo opportunamente scivolare lungo la linea richiesta dal filo alla velocità della corrente e quindi ad ottenere una verticale quasi perfetta sull’esca.
Purtroppo questo progetto aveva qualche piccola criticità :
  • la prima per il fatto che la barca si posizionava di poppa in bandiera al vento e, nelle giornate invernali fredde con vento teso dovevi pescare con aria e freddo in faccia e, a volte, quando il vento alzava onda corta, anche qualche piccolo spruzzo che in faccia al fredo non era proprio una delizia.
  • secondo impiccio era il fatto che bisognava governare costantemente la barca stando alla barra per direzionare in base a come lo richiedeva la treccia mossa dalla corrente, questo comportava un impegno costante anche perché andava ogni tanto corretta la velocità dell’elica in base alle raffiche e alla spinta delle ondine sulla poppa che non è fatta per navigare al contrario .
  • terza rottura di scatole il fatto di avere sempre il motore entrobordo acceso perché su di esso era montata la pompa idraulica che faceva girare l’elica da spinta dell’attrezzo.
In ogni caso un sistema molto efficiente, che mi ha accompagnato fino ad oggi, senza il quale non sarebbe stato possibile governare la barca in pesca, oggi con l’ausilio dei motori elettrici di prua le cose sono diventate molto più semplici .
Passiamo al dunque, il preambolo serviva per definire essenzialmente due concetti chiave di tutta questa faccenda :
  1. la barca subisce l’influenza del vento (scarroccio) e in misura minore la corrente di superficie (deriva)
  2. la treccia invece soltanto la deriva provocata dalla corrente che però può essere di vari tipi :
  3. a) superficiale che influenza più la barca che il filo ma può ingannarci perché agisce sulla parte visibile del trecciato fornendoci informazioni false soprattutto se il filo non è in perfetta tensione
  4. b) di mezz’acqua che lavora molto sul trecciato causando pancia sul filo , quella curva che noi dobbiamo distendere per riuscire a far muovere come vogliamo l’artificiale
  5. c) corrente di fondo che interessa soltanto i metri vicino al fondale e può essere anche molto forte a volte creando un fiume che trascina via tutto quello che caliamo giù impedendoci di pescare correttamente
  6. d) correnti complesse: sono quelle correnti di diversa direzione e di diversa stratificazione nella colonna d’acqua ( a volte anche opposte o comunque angolate ) che ci faranno impazzire e renderanno l’azione di pesca veramente difficile e ci obbligheranno a sceglier solo certe forme di jigs diversamente staremo tutto il giorno a frustare l’acqua invano.
Detto questo il nostro primo impegno sarà quello di capire in che situazione ci troviamo ed adottare le possibili contromisure.
Per fare questo noi dobbiamo assolutamente imparare a padroneggiare l’imbarcazione in modo che, nel tempo, possiamo riuscire a distinguere le differenti situazioni paragonandole alle volte precedenti in cui riuscivamo o non riuscivamo a pescare in verticale con lo stesso assetto di pesca e le stesse manovre di posizionamento del battello.
Del jig pilota e altri stratagemmi ne abbiamo già parlato e mi limiterò a inserire il link per chi ne fosse ancora a digiuno :
QUI l’articolo del jig pilota
L’unico modo per riuscire a farsi un’idea di cosa sta succedendo sottacqua è appunto lavorare con la barca per restare in verticale sul jig e questo noi lo cercheremo di fare con il nostro nuovo motore elettrico di prua.
Vantaggi :
  • la barca sta con la prua al vento e noi siamo riparati dalla cabina o consolle centrale , quindi meno esposti a vento, schizzi e quant’altro
  • mani completamente libere perché il motore lavora da solo con il sistema gps, si autoregola in direzione e velocità dell’elica per mantenere esattamente la posizione ancora che abbiamo scelto sopra lo spot
  • motore principale spento, quindi silenzio e nessun dispendio di carburante o fumi di scarico da respirare
Problematica :
  • stando fermi in “modalità ancora” annulliamo completamente lo scarroccio del vento e l’eventuale effetto della corrente superficiale sullo scafo immerso ma il nostro filo immerso subirà comunque la deriva delle varie correnti semplici o a strati che in base alla loro forza renderanno impossibile avere l’artificiale sotto di noi
Siccome la corrente marina è in realtà un fiume nascosto che agisce sul filo , la soluzione è che la nostra barca si comporti esattamente come un galleggiante nel fiume mentre peschiamo alla passata e che il jig sia il verme che sta sotto il galleggiante e insieme si muovano con la corrente uno sopra l’altro.
OPERATIVITA’ :
occhio sempre attento al plotter per vedere la direzione della traiettoria e la velocità con cui ci muoviamo, informazioni essenziali !
  • il primo passaggio si fa completamente liberi e si annota la velocità e la direzione in cui si muove la barca esposta al vento ecc.
  • secondo step : arriviamo in base alla traiettoria percorsa in precedenza un pochino ( più o meno in base alla velocità rilevata di spostamento) sopravento allo scoglio dove vogliamo pescare e azioniamo la modalità ancora del dispositivo ; l’imbarcazione si posizionerà con la prua in direzione del vento , attendiamo un minuto perché sia tutto perfettamente a posto
  • il terzo step si farà a tentativi e nel tempo acquisteremo sempre più efficienza, non bisogna scoraggiarsi perché è fattibile e i risultati saranno più o meno facilmente raggiungibili in funzione del tipo di barca e delle condizioni più o meno forti della condizione meteo marina.
Ecco cosa dobbiamo fare : da modalità ancora ( automatica ) dobbiamo passare alla modalità manuale (immagine 1) ,
successivamente clicchiamo sul tasto elica (immagine 2)
e dopo fissiamo la direzione della prua ( immagine 3 ) ,
io posseggo un Motorguide Xi5 36 V per cui metterò l’illustrazione del mio telecomando; in ultimo andremo a regolare la velocità dell’elica agendo prima sul tasto + fino ad ottenere lo stesso risultato della modalità ancora è cioè 0 knt sul plotter e successivamente diminuiamo con il tasto – in modo che la barca , pur restando in bandiera con la prua al vento scada leggermente indietro (immagine 4)
Bisogna però fare una precisazione: corrente e vento difficilmente avranno la stessa direzione, per cui se noi scivoliamo indietro con la direzione che avevamo in modalità ancora avremo sicuramente uno scostamento a babordo o tribordo tanto maggiore quanto più grande sarà l’angolazione dei due vettori;
dobbiamo correggere anche questo errore e lo faremo nella passata successiva, l’indicazione della direzione da modificare sul motore di prua ce la darà la treccia che alla fine della passata sullo scoglio si troverà di lato o sotto la barca;
se oltre che di lato a destra o a sinistra ce la troveremo verso prua o verso poppa vorrà dire che andrà ritoccata anche la velocità dell’elica che rispettivamente dovrà essere aumentata o diminuita.
Sono sequenze facili ma le correzioni non dovranno mai essere eccessive, vanno fatte gradualmente perché le risposte della barca e del filo in acqua hanno tempi più lunghi , questo concetto è molto importante , dobbiamo essere pazienti , attendere e capire lo scostamento del tempo fra il nostro premere sul telecomando e l’assestamento dell’imbarcazione (ogni barca risponderà più o meno velocemente in base a dimensione di esposizione e peso stesso rapportato alla potenza del sistema elettrico che avremo installato).
Sono stato prolisso ma scrivere ed essere precisi è più difficile che eseguire questi passaggi a bordo.
Mi auguro di essere stato d’aiuto .
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