Considerando che, nonostante abbia cercato di fare chiarezza su che attrezzatura dovremmo acquistare, compatibilmente con la nostra disponibilità economica, ho dovuto constatare che siamo spesso alla ricerca del minor costo possibile, e io posso essere d’accordo ma SOLTANTO se i requisiti minimi sono rispettati.

Occorre aprire una piccola e doverosa  parentesi ;  il vertical jigging (progenitore di tutte le tecniche verticali) è praticamente finito  per 2 motivi principali  : il primo per via della notevole energia che dovevamo impegnare  e il secondo perché , fiutando la possibilità di fare soldi, molte aziende hanno inserito nel mercato tutta la porcheria possibile e decadendo con la scarsa qualità le prestazioni finali   la conseguenza è stata l’abbandono della tecnica, un sacco di soldi buttati !    io sono stato fra quelli 😉

Noi pescatori incuriositi dalla novità  e  abbagliati da un costo  maggiormente abbordabile  abbiamo acquistato, ma alla fine delusi dalle scarsissime catture, oltre a molare , non abbiamo neppure fatto tesoro dell’esperienza negativa,  è stato  più facile dire : NON FUNZIONA    piuttosto che farsi un esame di coscienza e dire SONO STATO UN BABBEO a credere alla favola che una canna, un mulinello , un artificiale da pochi euro sia performante come quelli top di gamma che ci facevano fare ottime prede.

Perché la regola è sempre una  : io sono più furbo e gli altri sono tutti ladri !

Detto questo finita la polemica , parliamo del mulinello da slow pitch e del suo tutt’uno con la canna;

il mulinello è importante quanto la canna perché è il motore della stessa, i cm a giro sono i cavalli del motore , la forza che fa partire la freccia dall’arco  ; paragonando la canna ad un arco da tiro evidenziamo che  serve la qualità costruttiva perché un arco di scarsa fattezza sarà poco preciso e poco potente , la freccia difficilmente colpirà il bersaglio e  volte nonostante lo tendiamo tutto nemmeno raggiungiamo la distanza voluta.

Una canna da slow è più costosa di una da bolentino ad es perché i criteri costruttivi gli devono conferire elasticità, robustezza e sensibilità oltre alla leggerezza; deve avere bassa conicità , un fusto esile super sensibile capace di fare danzare un artificiale anche a profondità elevate , combattendo contro la forza dell’acqua e il gioco del jig contro le forze esterne ma riuscendo anche a trasmettere perfettamente al pescatore le informazioni per capire cosa sta realmente succedendo là sotto.

Come una canna da spinning che deve essere in grado di lanciare lontano e con precisione l’ artificiale e deve essere capace di muoverlo efficacemente durante il recupero ed è ben definito il range in gr di artificiali che può gestire efficacemente, altrettanto  tecnica è una canna da slow pitch .

La sua qualità è più importante soprattutto all’inizio quando  noi la teniamo ferma parallela all’acqua ad ore 3 e solo girando il mulinello gli trasmettiamo l’energia che trasferisce subito con accelerazione istantanea in modo da trasformare il giro di manovella in un movimento catturante dell’artificiale così distante da lei.

Certe caratteristiche non si possono improvvisare ma vanno studiate a livello costruttivo  da persone competenti ed capaci .

È evidente alla luce dei risultati che dobbiamo ottenere dall’attrezzatura quanto sia importante non fare scelte sbagliate nell’acquisto.

Cercherò meglio che posso di descrivere l’azione attiva durante la pesca :

 

  1. lasciamo cadere liberamente il jig – gli artificiali da slow hanno tutti il peso mediamente centrale e la sua posizione di caduta è ORIZZONTALE 

  2. una volta arrivato a fondale avvertiremo che il jig si posa sul fondo ,noi dovremo essere estremamente attenti e veloci per evitare che gli ami , che in caduta saranno rivolti verso l’alto perché trascinati giù dal jig piu pesante , tenderanno a posarsi sul fondo e se indugiando ulteriormente saranno trascinati verso incaglio sicuro ( velocità e sensibilità) .

Abbiamo buoni motivi per fare questo :

  • evitare arrocchi

  • se il pesce ha abboccato in caduta noi girando rapidamente il mulinello e alzando la canna lo ferriamo.

  •  se il pesce ha seguito incuriosito il jig ma non l’ha attaccato , facendolo saltare otteniamo lo stesso effetto che si ha quando fuggiamo invece di star fermi quando un cane ci punta abbaiando … scateniamo l’attacco sfruttando l’istinto animale .

Se invece tergiversiamo il pesce capisce l’inganno e si allontana dal jig

3. ora inizia la nostra reale parte attiva della pesca :

Valutiamo la situazione step by step cercando di dividere un’azione che nella realtà è fluida e continua utilizzando  dei “fermo immagine” :

  • jig appeso al filo  in verticale  (posizione dell’ascensore) => segue giro di mulinello.

  • la canna in posizione parallela al pelo d’acqua si flette verso il basso perché il jig oppone resistenza alla salita . ( Più cm recupera il mulinello è più velocemente gireremo la manovella maggiore sarà l’energia che trasferiremo alla canna )

  • completiamo il giro o il mezzo giro o il quarto o l’ottavo di giro di manovella e ci fermiamo =>la punta della canna ritorna in l’alto verso la sua naturale posizione di riposo

  • la velocità , l’accelerazione con cui effettua il ritorno è la forza  con cui l’arco ,di cui parlavamo prima, scocca la freccia e la forza trasmessa dal mulinello ( i cm a giro e la velocità di rotazione) è la distanza in cm che percorre la mano dell’arciere quando tende l’arco.

Se la strada che percorre la mano per tendere l’arco se è troppo corta non riesce a tendere l’arco e quindi a dargli energia per cui la freccia cadrà poco lontano ma soprattutto non colpirà il bersaglio.

L’arco è  la canna e il movimento del braccio corrisponde ai cm/giro del mulinello , il bersaglio è il jig e  il fatto di colpire il centro è l’esatto movimento del jig stesso.

  • per comprendere il perché è così importante che la canna ritorni velocemente e il mulinello gli dia la forza sufficiente a farlo farò un semplice esempio :

Mettiamoci in piedi con il braccio teso davanti a noi a ore 3 , nella mano abbiamo un metro di filo a cui è appeso un jig in posizione verticale ( pensiamo ad  un ascensore di un palazzo ) ; quando alziamo lentamente la mano verso il soffitto il jig percorrerà esattamente lo stesso percorso della mano che sale verso l’alto restando ” vincolato” al filo e sempre in posizione verticale (come sale e scende un ascensore).

Se lo stesso percorso della mano lo facciamo alzandola  con uno scatto verso l’alto  il jig balzerà verso il cielo superando anche di molto la mano e lo farà con una accelerazione notevole.

La forza che si trasferisce tramite il filo del jig è una accelerazione istantanea (lo stesso trasferimento di energia che passa lanciando una biglia di ferro contro un’altra ferma sopra un tavolo : la biglia ferma partirà avanti e quella lanciata si fermerà al suo posto cedendo alla prima tutta l’energia del lancio)

Tale accelerazione istantanea (se torniamo alla canna , mulinello e jig)  farà sì che l’artificiale balzi verso l’alto ed esaurita la forza di salita si fermerà e tenderà a cadere ed essendo “svincolato” nel suo movimento dal filo ( perché non sale più lentamente tirato su dalla mano ma per l’energia trasferita istantaneamente )  alla fine della sua corsa verso l’alto ,esaurita le forza a salire, si fermerà e poi inizierà a cadere   disponendosi  nella sua naturale posizione di caduta : orizzontale !!

Questa è l’essenza dello slow pitch jigging !!!!  le catture nella fase attiva di pesca dipendono essenzialmente da questa situazione.

  • subito dopo essersi girato in orizzontale il filo a cui è legato lo tratterrà nuovamente e lo sentiremo di nuovo appeso alla canna ( sensibilità e velocità) sarà il momento di continuare la danza e dare un altro giro di mulinello.

  • il tempo fra un giro e l’atro (un pitch è l’altro) varia di pochi decimi di secondo ed è difficile da quantificare e spiegare e dipende dalla forma di ogni artificiale.

  • gli artificiali ” nuotano” ognuno in maniera diversa ,li distingueremo sotto questo aspetto in nuoto laterale e nuoto verticale ( la velocità di caduta ) ; più vanno di lato e meno velocemente scendono verso il basso, e questo ne determina i tempi di pitch di cui parlavamo prima.

Il cambio di posizione del jig da verticale a orizzontale e poi di nuovo verticale ecc è la danza del jig ,quello che lo fa assomigliare ad un pesce ferito , un pesce in difficoltà, un pesce spaventato…..la preda ideale perché debole , il pasto facile per il predatore, l’occasione da non perdere per la propria sopravvivenza!

Questa è l’importanza dell’attrezzatura , se l’artificiale non compie il cambio di posizione da verticale ad orizzontale il pesce  lo vedrà come ” il jig morto” per nulla catturante ed inutile .

Quindi mulinello con recupero di cm a giro molto molto vicino ai 100 cm (meglio superiore) , +  bobina stretta (Narrow) perchè in una pesca alza e scendi continua noi NON dobbiamo concentrare la nostra attenzione sulla distribuzione del filo ma dobbiamo (quasi ad occhi chiusi) sentire più possibile il jig laggiù in fondo ( diverso è ad es per la pesca con il vivo dove i recuperi sono minimi e non necessitano la stessa attenzione ) +  free spool per la discesa libera dell’artificiale , ad es il guidafilo ci aiuta durante il recupero ma crea attrito in discesa ( caso 1 : un guidafilo che segue a dx e sx lo scendere del filo prende l’energia del suo movimento sottraendolo alla rotazione della bobina ; caso 2 : il guidafilo che resta fermo crea forte attrito sul filo quando esce lateralmente ad esso ) la “caduta libera” del jig è essenziale per sfruttare al massimo la performance della sua forma , + bobina ben incassata nella carcassa per evitare che nei momenti in cui la treccia è in bando girando la manovella non vada a finire all’interno degli ingranaggi , + lunghezza adeguata della manovella che ci aiuti a non soffrire dopo qualche ora di pesca, + dimensione adeguata alla nostra mano ( spesso per comodità si ingloba il mulinello con la mano che tiene la canna ) + una frizione eccezionale  che non si impunta mai , questo perché useremo trecce e soprattutto terminali extra sottili e non ci possiamo permettere di strappare alla prima partenza .

Il mulinello entra in gioco ancora di più appena abbiamo incannato il pesce , specie se di grossa taglia, questo perché la canna da slow nasce per far muovere bene l’artificiale e finisce il suo compito quando il pesce è agganciato , è il mulinello che lo tira su quando la canna si allinea con la punta verso il basso nella direzione della treccia ; con piccole prede la cosa è meno evidente ma quando ci capita un big allora ripenserete alle mie parole 😉

Spero di essere stato chiaro e non troppo prolisso.

Innamoratevi del Japan Style come lo sono io e divertimento e grandi soddisfazioni saranno assicurate.

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