La scelta dell’artificiale , specialmente in queste tecniche”Japan Style”, è il momento che può far cambiare completamente la nostra giornata di pesca.
Tralasciando la simpatica frase che ci toglie dall’imbarazzo quando qualcuno ci chiede qual’è l’esca migliore da scegliere ( forma, peso e colore) ” L’esca che pesca di più, è quella che sta più in acqua” 😉
Consideriamo oggettivamente su cosa possiamo basare le nostre scelte, i fattori da tenere in considerazione sono principalmente cinque:
  • Profondità di pesca
  • Limpidezza dell’acqua
  • Altezza del sole sull’orizzonte
  • Pesce foraggio
  • Preda insidiata
La scelta del colore naturale è la scelta che più facilmente conforta il pescatore, in realtà molto spesso non sortisce  i migliori risultati delle nuove “Livree Geometriche”.
Vento e scarroccio sono spesso nemici di due di queste tecniche ( Slow Pitch in primis, ma anche Inchiku), mentre una barca che si muove da 0.3 a 0.8 nodi , rende Kabura e Tenya decisamente più catturanti ( le migliori giornate infatti le ho avute proprio quando faticavamo a tenere l’artificiale in prossimità del fondo, tanto “viaggiava” veloce l’imbarcazione.
Le condizioni ottimali molto spesso vedono il pesce apatico e non c’è verso di stimolarlo in nessun modo.
Parliamo ora deli artificiali considerandoli sostanzialmente nella loro forma, dividiamo i Jig da Slow in tre importanti categorie:
  • Fall Jig : Jig di caduta progettati per massimizzare il risultato durante la discesa hanno una buona scorrevolezza nell’acqua e percorrono lentamente la colonna dell’acqua sottostante, questo però li rende vulnerabili alla corrente; la loro forma normalmente è larga, piatta da una parte e sagomata diversamente dall’altra: sono le tipiche blatte a foglia ( es. classico il Leaf)
  • Responsive Jig : Jig reattivi , sono blatte molto rispondenti alla jerkata, la loro forma caratteristica vuole favorire la nostra capacità di muoverle e renderle catturanti; la loro forma è lanceolata, con testa appuntita e coda più pesante ad allargata ( la Spoon è la responsive Jig per eccellenza); con anche minimi giri di manovella 1/4, 1/2 o addirittura 1/8 di giro saltellano davanti al pesce senza risalire esageratamente, restando quindi più a lungo nella finestra visiva della preda, stimolando particolarmente, sia  l’istinto territoriale che quello predatorio.
  • Long Jig: il nome già le definisce, sono quelle che maggiormente assomigliano ai “ferri ” da Vertical , sono state ideate per scorrere da un lato all’altro, movimento dovuto al caratteristico peso centrale, questo equilibrio fa si che con piccole sferzate della canna saltellino di qua e di là , simulando un pesce ferito: le Long si jerkano anche con notevole successo con la tecnica Long Fall ( ampi movimenti della canna e ricadute velocissime verso il basso che mettono in bando per pochissimi secondi il trecciato , seguiti da un attimo di pausa per poi riprendere il ciclo); – le Long sono le  preferite in assoluto dalle ricciole e non solo.
Questo per quel che riguarda la forma dell’artificiale; le singole caratteristiche sul loro movimmento le troverete QUI o nelle pagine di ognuno in particolare.
Consideriamo ancora un fattore importante: la scelta del colore. In qualità di biologo marino posso affermare che da autorevoli studi fatti sulle retine dei pesci è emerso che la maggioranza di loro riesce a vedere un’immagine nettamente messa a fuoco, rilevando il minimo movimento, inoltre hanno una buona abilità di visione dei contrasti e della luminosità di un soggetto; non solo, i pesci regiscono in modo differente ai colori, as esempio chi predilige il rosso, chi l’arancio, ecc.
Non ha nessuna importanza il fatto che alcuni vedano in bianco e nero, per loro ogni colore corrisponderà ad una diversa tonalità di grigio ( la visione dei colori è influenzata dall’assorbimento della radiazione luminosa della stessa acqua man mano che si scende in profondità), i pesci nei secoli hanno affinato i loro sensi al massimo perchè da questi dipende la loro sopravvivenza.
A loro interessa che quello che stanno osservando si muova ed abbia contrasti, ( intensi come combinazione “finale” di colori) che siano conformi alle prede di cui si nutrono, poca importanza ha se è reale o finzione( il caso dei nostri artificiali).
Come mai attaccano prede che non hanno nulla a che vedere con quelle naturali? Anni fa non avremmo mai immmaginato fosse così facile prendere un pagello con un ferro colorato dalla forma bizzrra!!!
La territorialità spesso è comunque un fattore importante, ed è qui che si gioca il ruolo della tecnica dello Slow Pitch Jigging.
L’artificiale risale molto lentamente “danzando” a destra e sinistra davanti alla nostra preda che sarà infastidita dall’estraneo e finirà per addentarlo o per cercare di scacciarlo colpendolo col muso, col dorso o con una codata; non sarà affatto raro infatti prendere dei bei pescioni per altre parti del corpo che non siano l’apparato boccale, da qui l’importanza del doppio assist per massimizzare il risultato; ho sentito più volte dire : “io tolgo i due ami dietro , non servono a nulla, anzi mi fanno arroccare di più e perdere l’artificiale “…. alla luce di queste informazioni traete voi le giuste conclusioni 😉
Da considerare ancora il fattore luminescenza, la bioluminescenza è un fattore naturale, molti organismi viventi marini ( pesci, molluschi, celenterati, anellidi, crostacei, cordati) utilizzano questa caratteristica come richiamo per la riproduzione o piú semplicemente come attrattiva per il proprio cibo e questo i predatori lo sanno bene!
Quindi scegliere un artificiale glow, soprattutto in condizioni di acqua non perfettamente limpida, sole basso sull’orizzonte o giornata nuvolosa e pescando oltre i 40 mt può davvero essere il jolly che ti cambia la giornata.
Diversamente se peschiamo con sole alto e acqua cristallina, l’effetto flash dello Zebra ( parlo dello Zebra con l’olografico alternato al colore chiaramente,) darà migliore risultato del Glow , che in quelle condizioni , specie sui bassi fondali, sortirà lo stesso effetto di un bianco avorio classico.
Ultima riflessione: i pesci , oltre alla vista, a livello sensoriale, dispongono inoltre di odorato, tatto , gusto e linea laterale, noi con le adeguate vibrazioni possiamo far gioco anche su quest’ultimo importantissimo organo di senso.
Da qui l’importanza di imparare bene le diverse tecniche di movimento dell’artificiale, su queste ho preparato un’apposita pagina nella sezione “Tecniche” corredata di immagini e link a filmati trovati in rete.
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