Questo articolo soprattutto per chi inizia oggi e vuole avvicinarsi alla tecnica dello slow pitch.
Sia i mulinelli a bobina fissa che a bobina rotante possono essere utilizzati per questa tecnica, molti hanno identificato lo Shimano Ocea Jigger come il mulinello di scelta per questa tecnica; ma il mulinello non deve essere uno specifico per iniziare a praticare questa tecnica.
Un mulinello a bobina rotante andrebbe bene se potesse contenere 400 mt circa di lenza e avere una velocità di avvolgimento di almeno 90 cm ( l’ideale sarebbe 100 cm e anche più ) per giro di manovella come limite MINIMO che poi corrisponderanno a circa 75 cm a giro alla profondità in cui si pesca abitualmente (questo va calcolato quando l’artificiale ha raggiunto il fondale e la bobina si è leggermente svuotata per cui il recupero reale è differente da quello massimo dichiarato dalle specifiche tecniche che lo considerano a bobina piena a tappo ).
Si apre quindi oggi uno scenario che vede la possibilità di scegliere più di un mulinello , contrariamente al passato dove la scelta era quasi obbligata su pochissimi modelli;
perchè preferire i mulinelli a bobina rotante rispetto a quelli a bobina fissa ? La bobina rotante fornisce molte più informazioni al pescatore, la bobina fissa genera una grande energia nel movimento di rotazione, questa energia rende il recupero forte e veloce, ma allo stesso tempo la rotazione centrifuga è molto rumorosa per permettere al pescatore di recepire le leggere informazioni della lenza.
Il mulinello a bobina rotante , avendo l’asse di rotazione perpendicolare alla lenza, mette il pescatore maggiormente a contatto con l’artificiale tramite la lenza : la bobina rotante ti dice immediatamente quando tocchi il fondo, uno dei principali motivi degli agguanti è che lasciamo che il jig si adagi sul fondo, nel momento in cui tocchi il fondo gli ami stanno ancora penzolando in acqua, recuperando immediatamente hai meno probabilità che gli ami tocchino e si aggancino alle asperità, inoltre darai maggiormente vita all’artificiale, che se seguito nella discesa da un pesce curioso lo farà scattare a morderlo non appena schizzerà in opposta direzione temendo di perderlo !
Lo dovresti preferire perchè con la bobina rotante puoi controllare la discesa, solo con la pressione di un dito, senza doverlo necessariamente guardare; molte volte hai delle abboccate appena arrivi a fondo con questo tipo di esche, molti pesci di fondo osservano la tua esca cadere dall’alto, usando il pollice sopra la bobina, puoi controllarne e variarne la velocità e facendo delle variazioni stimoli il pesce e non perdi le abboccate e questo è un grande vantaggio.
Quando sei posizionato direttamente sulla bobina puoi sentire molte informazioni dalla lenza : puoi sentire lo scorrere della corrente, un pesce mentre sta cacciando la tua esca, lo split ring fare click , sapere se il fondo è fangoso o roccioso ; non è possibile sentire questi dettagli se usi un bobina fissa; ottenere informazioni è il cuore dello slow pitch jigging !!!
La serie delle canne Poseidon della Evergreen è la più rinomata per questa tecnica, è stata sviluppata da Sato Sensei , il creatore dello slow pitch jigging , che ha cambiato l’intero concetto del jigging e dell’attrezzatura , in particolare della canna.
Le caratteristiche della canna da slow pitch sono le seguenti :
-
avere un diametro sottile
-
possedere una cima altamente elastica
-
essere montata con anelli e portamulinello adeguati per farti avere la massima sensibilità
-
avere un’azione parabolica con conicità minima
Le canne da slow pitch si piegano facilmente in tutta la loro lunghezza, sia quando si jerka che quando si riavvolge ; qundo la tieni in alto rimbalza indietro lentamente ma con forza, accelerando e rilasciando l’esca e facendola nuotare su un lato.
Tenere la canna orizzontale e l’azione di caduta del jig sono gli elementi iniziali per catturare ;
lo slow pitch continua poi con una danza ripetuta di 1 pitch per secondo ; le canne da slow sono state disegnate in modo che se tu dai un piccolo pitch : 1/2 o 1/4 o 1/8 di giro , solo 20/30 cm in lunghezza, la canna possa rispondere con un rimbalzo energico e lungo.
risultato con 1 giro completo 
risultato con 1/2 di giro 
risultato con 1/4 di giro
risultato con 1/8 di giro 
questo per farti meglio visualizzare il movimento desiderato del tuo artificiale.
Lo slow pitch è “un gioco di ascolto” …. nel vertical jigging “si fanno molte parole” , significa che stai utilizzando i movimenti dell’esca nella maggior parte del tempo; nello slow pitch jigging tu ” parli solo un pochino” , tu fai solo sollevare l’esca e quando la lasci nuotare e cadere da sola “resti ad ascoltare” …. è chiara la metafora ?
Non dobbiamo preoccuparci della resitenza e forza della canna per lottare con un grande pesce, non è questo il lavoro della canna da slow picth, la sua funzione è di far danzare l’esca, invitare il pesce ad abboccare e poi allamarlo; una volta afferrato il pesce il lavoro della canna è finito, ora sarà il mulinello con la sua potenza e una frizione di qualità : fluida e dolce ma robusta a far portare a casa la preda.
Non pompiamo con la canna semplicemente teniamo la canna dritta verso il basso e avvolgiamo lentamente e continuamente e con calma per non far “arrabbiare” il pesce.
Relativamente alle canne sto preparando un articolo molto interessante ( Le canne per lo slow jigging ) per cercare di chiarire taluni aspetti di estrema importanza che ci aiuteranno a scegliere anche canne molto meno costose delle Evergreen ed apprezzarne le qualità ma soprattutto a sfruttare al meglio le potenzialità costruttive …. si possono fare passi da giganti anche con attrezzature poco costose , a patto che ci siano chiari i concetti base di questa pesca.
La lenza da mettere sul mulinello riveste pari importanza di tutto il resto dell’attrezzatura, il trecciato di qualità e la dimensione in PE sono essenziali per lo slow pitch jigging ; nylon e fluorocarbon in bobina non sono adatti : troppo spessi in diamtero e si distendono troppo.
La lenza è così importante perchè deve trasmettere le piccole azioni del pescatore all’artificiale e deve ritornare indietro tutte le informazioni al pescatore stesso; utilizzando la giusta treccia sarete impressionati di quanto la vostra esca possa essere comunicativa.
Le caratteristiche del trecciato sono :
-
molto resistente al peso , per questo motivo potrà avere un diametro sottile , tagliando l’influenza delle correnti
-
non si distende, quindi fornisce un controllo diretto con quello che succede dall’altra parte della lenza
-
molto scorrevole sugli anelli, essendo cerata e liscia è poco sensibile all’attrito
-
purtroppo molto costosa
-
facile da rompere per usura
-
essendo inestensibile può causare rotture e far perdere il pesce
La misura standard del trecciato è ritenuto il PE 2.0 ( normalmente considerato uno 0.235 mm) , purtroppo quando si tratta di misurare il PE molto spesso si gioca sulla diversa metodologia di misurazione ; in ogni caso conviene fidarsi dei produttori più seri e scegliere sempre un prodotto di buona/alta qualità.
Anche il PE 1.5 è molto utilizzato, la lenza sottile ha i suoi vantaggi sentendo meno l’influenza delle correnti rimanendo in verticale, fattore chiave dello slow pitch ; una lenza in bando cancella tutti i tuoi piccoli movimenti, migliore è la lenza che usi migliore sarà il tuo controllo dell’artificiale e migliore sarà la tua sensibilità.
Usa lenza fine se vuoi avere più catture !!!
Si possono catturare prede giganti anche con PE 1.5 senza problemi, ma logicamente è sempre un dilemma …. o lenza fine e più abboccate o più spessa per essere certi di tirare a bordo un pesce più grande ? E’ la tua sfida , se hai due mulinelli puoi dotarne uno con PE 1.5 e uno con PE 2.0 ma avrai sempre il dilemma di quale usare per primo 😉
Il mio personale consiglio è di dare priorità ad abboccate più abbondanti per cominciare, quando avrai preso la mano a questo gioco e magari con qualche esperienza negativa di rottura , allora potrai pensare a quello che è successo ed esaminare che cosa hai sbagliato o come avresti dovuto comportarti per evitarlo.
Credo che questo processo sia molto importante , servirà a maturare nella tecnica e farti crescere come pescatore attento; dai priorità alla sensibilità piuttosto che alla forza, al cervello piuttosto che ai muscoli e anche se avrai perso qualche pesce, presto sarai così capace che quando ti capiterà di allamare il pesce dei sogni su una lenza fina , farai del tuo meglio con la capacità e abilità maturata nel tempo e non lo prenderai solo grazie alla lenza .
Quanto PE dobbiamo mettere sul mulinello ?
Gli esperti dicono di caricare 600 mt di treccia, proprio perchè non sai mai cosa potrai allamare ( molti di voi me ne hanno parlato al telefono, spesso sconsolati perchè se ne è andato pesce, jig e un pò di lenza) e quindi avrai bisogno di tutta la lenza possibile per averne la meglio.
Ma spesso è un problema caricare correttamente 600 mt di trecciato in bobina, allora un trucco può essere caricare il doppio della profondità massima cui siamo soliti pescare e sotto , con un nodo PR ben eseguito , un monofilo di nylon (#16 ad es ) proporzionato al carico di rottura fino alla base della bobina.
In questo modo posso fare tutta la pesca a slow pitch sul trecciato e in caso di allamata record avrò un paio di centinaio di metri di mono da utilizzare , buono per lottare perchè elastico e perchè cattura molta acqua e stanca di più il pesce; inoltre quando sarà il momento potrò sostiuire soltanto il trecciato risparmiando parecchio 😉
Il terminale sarà di 5/8 mt normalmente in fluorocarbon #8 ( 32 lb) #10 (40 lb) oppure #12 (48 lb); consigliato #10 o #12 ma vale sempre che se non si sentono abboccate è preferibile scendere a #8, mi ripeto : più sottile il terminale più abboccate sentirete !!!!
l’attacco all’artificiale può avvenire tramite un solid ring legato al leader e come connessione uno split ring adeguato , oppure più semplicemente un jack che ci aiuterà con semplicità e velocità a cambiare l’artificiale per meglio stimolare la preda; eviterei girelle e moschettoni vari, semplicità è la parola chiave, meno resistenze idriche e possibilità di impiccio dell’assist di testa .
Arriviamo agli artificiali : ci sono moltissimi artificiali da slow sul mercato, molti efficaci e di buona fattura , l’importante però è saperne distinguere le categorie per un miglior utilizzo nelle varie condizioni.
Sono tutti prodotti in varie forme e colori ma hanno una cosa in comune : sono bilanciati al centro perchè il fattore chiave dello slow pitch è portare il jig in posizione orizzontale.
-
Jig da caduta
sono specializzati nella discesa,normalmente di forma grassottella e disegnati per essere utiizzati in Long Fall Jerk , la strategia da usare con questi artificiali è dar loro il maggior tempo possibile di caduta ; sono jig che “non nuotano” cioè non si muovono lateralmente ma cadono in verticale in colonna d’acqua vibrando sull’asse del rollio ; alcuni sono nervosi durante il sollevamento, altri vanno alzati più lentamente di quanto scenderanno; funzionano sempre bene in moltissime occasioni, soprattutto in acque profonde o in corrente forte dove lo slow pitch è in difficoltà.
-
Jig reattivi
gli specialisti della risposta ad azioni minimali, presentano la testa appuntita e coda di forme diverse perchè ognuno disegnato per ottenere speciali movimenti in caduta; sono eccellenti nelle jerkate dello Slow Pitch ma si utilizzano con successo anche in Long Fall jerk. reagiscono bene sia ad azioni sottili che a quelle energiche , nuotano molto e cadono sempre da un lato.
-
Long Jig
sono specializzati per scivolare di lato, lavorano bene con l’ High Pitch Jerk principalmente. High Pitch utilizza un forte impatto al pitch con una sosta che va dai 2 ai 3 secondi per dare il tempo al jig di percorrere tutta la strada laterale ed esaurire l’energia che gli abbiamo dato con una forte e veloce allungo della canna . Usiamoli quando vediamo grosse marcature sull’ecoscandaglio , il jig lungo e stretto è molto gradito a dentici e ricciole .
I colori possono fare la differenza ?
a noi pescatori senz’altro …. quando esce un nuovo colore viene subito la voglia di provarlo 🙂 l’impressione è che catturi più pesci ma le statistiche sull’efficacia arrivano solo dopo un pò di tempo; taluni si fissano sul fatto che dopo un pò il pesce si abitua e non abbocca più, non c’è nè prova nè controprova del contrario.
Per restare lucidi ed efficaci , ci sono alcuni colori standar che hanno dimostrato efficacia e restano nel tempo sempre validi, gira gira si finisce sempre per averli in cassetta,ma l’asso nella manica, il colore strambo che quella volta ha cambiato la giornata , quello lo vogliono tutti 🙂
E’ il caso dell’Ebola e dell’Urgon , due colori quasi antitetici : uno fosforescente totale con qualche pallino olografico rosso ( sembrebbe ottimo nei fondali e in acqua bassa perchè ha tutte le caratteristiche di luce e di flash ) e l’altro a righe , senza glow , giallo oro e rosso scuro , che però cattura parecchio anche a profondità oltre i 100 mt dove di luce ne arriva davvero poca e rosso e giallo sarebbero i primi colori a diventare grigi al nostro occhio;
un vero e proprio mistero ma poco importa , funzionano e stanno funzionando da parecchio e praticamente ovunque!
Comunque , colore fosforescente e disegno zebra sono davvero molto utilizzati con successo ; la vernice fosforescente viene considerata efficace dai 100 mt in giù (o in acque torbide o quando il sole è basso sull’orizzonte o c’è poca luce per il cielo coperto) io ho catturato sia con quella che senza e a volte non catturo nulla sia con quella che senza.
La colorazione zebra ha senso per un motivo : molti pesci giovani hanno questo tipo di disegno sul loro corpo ,a volte anche alcuni pesci quando sono in difficoltà modificano la livrea presentando bande verticali come l’effetto zebra, ci avete mai fatto caso ?
Probabilmente il motivo della loro efficacia è proprio questo , perchè richiamano qualcosa a cui i pesci sono abituati , familiari a quel pattern.
se siete arrivati fino in fondo, grazie per la pazienza 🙂
Egidio