Ogni qualvolta che vogliamo uscire a pesca , senz’altro avremo pianificato per bene alcuni punti fondamentali :
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uno sguardo alle condizioni meteo marine ( ci sono ottime applicazioni per i cellulari as es
Windy )
QUI invece una breve guida sulle potenzialità di questa ottima app grauita
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pianificazione della zona dove vorremmo recarci , specie se parecchio distante dalla costa ( questo comporta quindi conoscere il range di batimetriche che dovremo affrontare )
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le possibili prede ( questo comporta anche la corretta scelta degli artificiali, ad es. se sappiamo che in quello spot sono presenti ricciole di grossa taglia prediligeremo artificiali lunghi e stretti da muovere con la canna in tono d’azione forte , diversamente se presumiamo ci siano belle cernie sceglieremo un Saw bello grande da far lavorare in tono d’azione morbido) QUI l’articolo sui toni d’azione della canna.
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se non è la prima volta già potremo aspettarci di trovare una certa situazione di corrente (conseguentemente sceglieremo i tipi di artificiali, la misura della treccia nel mulinello, il diametro del fluorocarbon del leader ecc ecc, è chiaro che non possono sempre andare bene gli stessi allestimenti se andremo a scorfani, pagelli oppure a dentici o cernie o ricciole)
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decidiamo di lavorare in diagonale controllata ( in questo caso sarà indispensabile dotarsi di jig particolari , ad es. Long, Capture o Abyss forme che possono lavorare oltre che con lo slow jerker classico anche in long fall e in high pitch => QUI
Ricordiamoci che quando si parla di scarroccio ci si riferisce allo spostamento della barca dovuto al vento , quando invece si parla di deriva la barca è mossa dalla corrente.
La regola del parallelogramma ci dirà che la direzione della barca quasi sempre è dovuta alle due forze contemporanee che generano una terza forza che avrà ancora una diversa inclinazione, fatta dalla risultante delle due forze a seconda della loro intensità e che sarà la reale direzione su cui si muoverà l’imbarcazione
Non facciamoci dunque ingannare sulla direzione della corrente, per avere la certezza è necessario annullare completamente l’azione del vento utilizzando il motore .
Una volta arrivati a destinazione quindi, osservate le cose descritte nell’articolo “La progressione” cercheremo di individuare la direzione della corrente e la sua intensità.
Entra qui in gioco il Jig Pilota , l’artificiale di prima scelta per tutte le uscite .
Le caratteristiche di questo artificiale devono essere quelle di essere :
un “responsive jig” cioè un jig che reagisce molto ai nostri movimenti e che ci restituisce il maggior numero di informazioni sullo stato delle acque in cui peschiamo;
un artificiale leggero sulla punta della canna e che subisce l’effetto della corrente ( in questo modo ne capiremo subito l’intensità )
sarà indispensabile adoperarsi per cercare la verticalità del filo operando in ogni modo possibile ( con particolare perizia specie in questa fase iniziale) in modo da ottenere informazioni certe e non viziate dallo scaroccio.
Vi faccio un esempio : se noi lasciamo la barca libera di andare dove gli pare potremmo avere false indicazioni sulla direzione e intensità della corrente in quanto sarà l’imbarcazione a tirare il filo e non l’azione della corrente sulla treccia e sul jig;
al contrario se stiamo sempre sul motore andando incontro al filo che scende e continuiamo per tutta la passata sempre correggendo la diagonale che si forma fra la canna e la treccia portandola a perpendicolo , guardando le informazioni sulla costa ( le antiche “mire” dei vecchi ed esperti pescatori ) oppure semplicemente la traccia sul plotter (meglio se portato al massimo ingrandimento) nel giro di qualche minuto sapremo con esattezza la direzione della corrente e potremo stimarne con buona approssimazione anche l’ intensità in nodi, fermo restando che ci saranno situazioni più semplici ed altre più complicate.
Se, sia in condizione di poco vento o vento moderato ( che noi dovremo azzerare stando sul motore ) riusciamo facilmente a restare in verticale sul jig , sapendo che il nostro jig pilota subisce la corrente forte, deduciamo di trovarci in situazione ottimale di corrente fra ad es. 0 e 0,6 kts
Se , al contrario, nonostante i nostri sforzi il filo sarà sempre in diagonale e non riusciamo mai , se non per pochi istanti, ad essere precisi e sopra l’artificiale , allora è chiaro che ci troviamo in una condizione impegnativa di corrente moderato/forte o a correnti complesse .
Il Jig Pilota ha dato già alcune essenziali informazioni !
Il passaggio successivo sarà quindi di trovare soluzioni per pescare in verticale anche se sarà più complicato.
Possiamo optare per diverse soluzioni :
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possiamo decidere di utilizzare lo stesso modello di jig aumentandone il peso
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possiamo scegliere un modello diverso stando sullo stesso peso del pilota
queste due sono le più razionali e quelle che vi consiglio ,almeno per le prime volte finchè non avrete affinato l’esperienza , anche perché dopo parecchie volte che scientificamente avrete scelto questo tipo di approccio potrete ottenere maggiori informazioni con minor tentativi e miglior precisione.
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possiamo anche decidere di cambiare modello e aumentare il peso
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possiamo cambiare il mulinello utilizzando una treccia più sottile di quella che ci sta facendo tribolare catturando molta acqua e facendo vela trascina via lontano da noi il jig.
Se decidiamo di montare un peso maggiore dello stesso jig ( questa operazione è più importante di quanto si possa immaginare ) avremo una buona informazione sull’intensità della corrente :
caso 1 – migliora l’inclinazione ma non otteniamo la verticalità => la corrente è comunque forte ma gestibile con forme di jig differenti dello stesso o al limite di poco superiore
caso 2 – otteniamo la verticalità faticando comunque e dovendo stare sul motore per vincere il vento => nonostante lo scarroccio sostenuto la deriva (corrente) è gestibile utilizzando un peso maggiore .
caso 3 – la situazione non migliora => possiamo trovarci in una situazione di forti correnti oppure correnti a strati (correnti complesse)
Se decidiamo invece di cambiare il modello scegliendone uno più adatto a tagliare l’acqua , con affondamento verticale più deciso e che dondola meno lateralmente e quindi meno influenzabile dall’azione della corrente potremmo avere informazioni simili ma meno minuziose :
caso 1 – otteniamo la verticalità con lo stesso peso => problema risolto, la corrente è sufficientemente forte da infastidire un jig a discesa lenta ma non abbastanza da crearci problemi in pesca ( avremo però perso l’opportunità di pescare con lo stesso jig semplicemnete aumentandone il peso)
caso 2 – migliora l’inclinazione ma non otteniamo la verticalità faticando comunque e dovendo stare sul motore per vincere il vento => nonostante lo scarroccio sostenuto la deriva (corrente) sarà comunque gestibile utilizzando una forma diversa e un peso maggiore .
caso 3 – la situazione non migliora neanche così e neppure aumentando il peso del nuovo modello => possiamo trovarci in una situazione di forti correnti oppure correnti a strati (correnti complesse)
Per risolvere il caso 3 di entrambe le possibili scelte abbiamo ancora qualche asso nella manica : per vedere l’azione High Pitch clicca QUI e poi QUI
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A volte lo Slow Pitch Jigging è difficile da fare. La corrente è troppo forte. L’acqua profonda sta dando troppa influenza alla tua treccia . Oppure le onde sono troppo increspate per lasciarci compiere azioni delicate. Sono le situazioni in cui High Pitch e Long Fall hanno effetto.
Queste situazioni sono schematizzabili in relazione al metodo di movimento del jig …. per meglio capirci all’alba e tramonto è preferibile pescare in slow jerker , in acque basse in high pitch , in acque profonde in long fall , nel nostro caso con forte corrente che ci impedisce di ottenere l’azione di “rotazione del jig” perché ce lo stiamo trascinando dietro oppure semplicemente perché l’azione della corrente tende a cancellare tuti i nostri sforzi che facciamo con canna e mulinello allora saranno buoni anche high pitch e long fall ( chiaramente scegliendo gli artificiali dalla forma corretta per massimizzare l’effetto stimolante sul pesce)
SITUAZIONE SLOW PITCH HIGH PITCH LONG FALL
tramonto/alba OK BUONO BUONO
corrente debole BUONO OK BUONO
corrente forte OK BUONO BUONO
acque basse BUONO Ok BUONO
acque profonde OK BUONO BUONO
Tornando quindi al Jig Pilota ….. il modello consigliato è sicuramente lo SPOON
la sua forma lanceolata lo identifica perfettamente come un jig di risposta , leggero sulla punta della canna , facilmente adattabile sia al classico giro di mulinello che al mezzo, quarto e ottavo di giro ( in quest’ultimo caso dondolerà semplicemente la punta a destra a sinistra come fosse un pendolo rovesciato)
un jig sensibilissimo che trasmetterà con precisione sulla punta della canna tutti i suoi movimenti … lo sentirete scivolare lateralmente in discesa e poi ricaricare energia in caduta verticale fino ad averne acquistata a sufficienza per riprendere il suo corso laterale , un po’ a destra e un po’ a sinistra perché il vincolo del filo lo riporterà, quanto più possibile, sotto di voi.
Solo la corrente è la sua nemica , ma proprio per questo vi sarà utilissimo per identificare la condizione di pesca quotidiana e vi permetterà di scegliere l’alternativa vincente della giornata.
Spoon da il meglio sempre anche quando si “sacrifica” per lasciare il posto ad un altro modello , non si può non averlo in cassetta, molto meglio se in più pesi per i motivi già evidenziati.
Spoon è un artificiale sempre vincente perché con la sua discesa laterale e lenta resta molto più tempo nella finestra visiva del pesce infastidendolo al punto giusto per essere divorato .
Lo si capisce chiaramente che è il modello che preferisco , quello che mi ha dato le maggiori soddisfazioni 😉
Per concludere posso affermare che, dopo molti anni che sto provando quanto descritto, dopo un po’ di volte come per incanto ci accorgeremo di aver sviluppato una sensibilità percettiva incredibile, a volte addirittura riusciremo a fare piccole previsioni sulla intensità e direzione della corrente semplicemente avendo analizzato i venti e lo stato del mare delle giornate precedenti , sarà estremamente soddisfacente vedere da soli i nostri miglioramenti , lo capirete provando e riprovando , piano piano i dubbi lasceranno spazio all’esperienza e l’esperienza porterà catture inaspettate …. non è fortuna è capacità ,è progressione , è il frutto della dedizione … quello che nessuno più potrà portarvi via 😉
Adesso però veniamo al sodo !
Una volta capite le condizioni, valutato la luce, la trasparenza dell’acqua , individuato lo spot e la corrente dobbiamo scegliere la nostra strategia per la giornata in corso
sarà l’argomento del prossimo articolo delle “Tecniche avanzate” che avrà titolo :
LE STRATEGIE IN PESCA di prossima pubblicazione .
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