Dove Pescare è davvero la domanda a cui è difficile dare una buona risposta cercando di dare qualche informazione aggiuntiva a quelle già proproste ;
possiamo dividere le 4 tecniche in due settori  : quello che vuole la lenza in verticale ( slow pitch e inchiku) e quello che vede la lenza diagonale al fondo quindi kabura e tenya.
Il concetto di partenza  è che un ecoscandaglio di qualità e un plotter dallo schermo generoso ci daranno un grandissimo aiuto, ma ognuno di noi , prima di investire un patrimonio di elettronica, dovrà ottimizzare le proprie risorse cercando di sfruttare al meglio l’attrezzatura che possiede , è essenziale perdere un pò di tempo per cercare di interpretare  le schermate del proprio eco , ci aiuterà magari battere e ribattere zone che conosciamo bene e zoomare il fondo aumentando al massimo la velocità di scorrimento e minimizzando quella dell’imbarcazione; teniamo presente che uno scoglio che ci apparirà come la punta di una matita in realtà corrisponderà ad un panettone alla genovese e questo lo posso affermare da subacqueo bombolaro quale sono stato nei miei  migliori anni 😉
Non parlerò qui di tecnica ma soltanto di spot , utilizzando  Slow pitch e inchiku  andremo a cercare  scogli isolati e  relitti che possiamo trovare facilmente utilizzando le carte o girovagando qua e là  , viceversa  con kabura e tenya ,praticando la pesca a scarroccio portati dal vento o in deriva sulla corrente,  le aeree da sfruttare saranno più ampie in quanto compiremo lunghe “passate” di ricerca .
Per darvi un’idea consideriamo quello che faccio io quando mi trovo ospite su imbarcazioni di amici non pescatori che quindi non hanno strumentazioni professionali se non le carte nautiche della zona o al massimo un eco che a mala pena ci dice la profondità.
Con le carte nautiche cartacee o con un plotter cartografico io vedo bene le batimetriche , quindi potrò andare a scegliere le zone dove il fondo si alza di almeno una decina di metri ( meglio molto di più) cioè cercherò le “secche” , zone in cui si raduna il pesce foraggio e quindi i predatori che sono il nostro target.
Sono appena rientrato dalla Grecia ospite di una barca a vela che possedeva un ecoscandaglio ultra datato, il cui schermo da 8 pollici andava diviso a metà fra eco e plotter , inoltre essendo  le carte greche  sono molto approssimative riguardo le batimetriche , le punte delle montagne sono sbagliate di parecchie centinaia di metri a volte addirittura non segnate oppure  segnate e introvabili.
Un trucco per trovare la cima della montagna è il seguente : preso il punto ritenuto più alto mi ci dirigo con la barca, procedo in una quella direzione  finchè il fondo non inizia a scendere , appena vedo che sta aumentando la profondità giro di 90 gradi la prua a destra o sinistra ( cercate di scegliere un verso di rotazione e poi mantenerlo, vi confonderete di meno nell’operazione) vado avanti finchè  il fondo continua a salire ( in caso contrario devoinvertire la rotta di 180 gradi ( praticamente  come se prima avessi virato dalla parte opposta ) e cosi via finchè non trovate la cima della montagna .
Ricapitolando per punti :
  1. prua verso la cima della secca, giunto sul punto scelto proseguo sempre diritto fino a che il fondo diminuisce.
  2. quando il fondo inizia a scendere : viro di 90 gradi a dx o sx
  3. due possibilità :  1) il fondo scende ancora —> viro di 180 gradi ( rotta  opposta)                                                                                              2) il fondo sale —-> proseguo diritto
  4.  il fondo sale ancora ….. ma poi inizia a scendere e  allora di nuovo punto 3
  5. fino a che virando sia a dx che a sx il fondo scende sempre  ; questo vuol dire che abbiamo trovato il minor fondo possibile, cioè siamo sopra la punta della montagna sommersa !!!
Tutto chiaro spero 🙂
Da biologo marino posso affermare ,senza dubbi di poter essere smentito, che i pesci stanno sempre nel luogo dove consumano meno energia vitale, per cui faranno scatti veloci o staranno esposti alle correnti solo per brevi periodi cioè nel momento della caccia al cibo . L’energia vitale per loro è fornita dal cibo e quindi per procurarselo dovranno fare il minmo sforzo possibile e comunque per il minor tempo possibile.
Li troveremo quindi sopra corrente dietro alle rocce in agguato oppure nella parte sottocorrente ad aspettare che il cibo arrivi trasportato dall’acqua in movimento, ( pensate alle trote in un fume vorticoso, la maggior parte del tempo staranno dietro le pietre in attesa per uscire all’attacco quando un pesciolino, un verme, una larva o il nostro cucchiaino passerà loro vicino , solo allora abbandoneranno il rifugio e si getteranno all’attacco in corrente, al termine si riposizioneranno a ridosso.)
Li cercheremo lì dunque , calando sopra corrente e facendo fare ai nostri jig una lenta passata prima sul versante sopra corrente per poi passare sulla cima e poi ancora dietro per qualche centinaio di metri ;
se peschiamo a slow pitch ( un pò meno con gli inchiku ) dobbiamo cercare di tenerci la lenza in verticale , vincendo col motore lo scarroccio causato dal vento ma scivolando insieme alla lenza in deriva con la corrente, come se la nostra barca fosse un piccolo galleggiante nella “pesca alla passata”in un  fiume.
Naturalmente la motagna sottomarina nella maggior parte dei casi non avrà un solo “cippo” altre punte un pò più profonde anche distanti 200/300 mt dalla principale andranno scovate e opportunamente segnate sul plotter e testate con i nostri artificiali.
Siate scientifici e metodici nella ricerca, perdete tempo a capire cosa c’è sotto, le informazioni si fa fatica ad averle ma una volta ottenute nessuno ve le porterà più via … il vostro bagaglio e la velocità di interpretazione del fondo crescerà così tanto che voi stessi resterete stupiti dei vostri progressi / successi .
Parlando adesso del plotter  la traccia ci aiuterà moltissimo, sia per indicarci la direzione dello scarroccio/deriva che per facilitarci a tornare su un punto che ci ha dato risultato ( l’ideale potrebbe essere nominare i vari mark con un numero indicante la profondità o con il nome del pesce catturato) nel tempo il nostro schermo diventerà una vera e propria carta geografica con tutte le informazioni accumulate negli anni …. ricordatevi di fare dei backup periodici o finirete per perdere tutto al primo guasto dello strumento.
Oltre alla cartina fondamentale sarà guardare bene il panorama, intendo dire le montagne a riva , la loro conformazione, inclinazione , la direzione delle valli ecc con ogni probabilità il fondo marino sarà la prosecuzione delle stesse per cui possiamo aspettarci di trovare un fondale scosceso vicino a promontori a picco oppure un fondo degradante lentamente vicino a situazioni di questo tipo :
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considerate anche la  natura del terreno , una scogliera di roccia                  IMG_8175
proseguirà in mare con conseguente zona ad alta pescosità .
 attenzione anche a valutare  i fenomeni di erosione , a volte le parti mancanti di un rilievo vanno interpretate come ancora esistenti per prevedere la parte immersa adiacente .

IMG_8174

 

TO BE CONTINUED … 😉

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